mercoledì 19 ottobre 2016

Recensione di Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald

Titolo: Il Grande Gatsby
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Salve lettori! Oggi vi porto un'altra recensione di un libro che ho amato: Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. Avevo già letto, dello stesso autore, Tenera è la notte con il mio gruppo di lettura Leggendo a Bari (qui la recensione), ma devo ammettere che non mi era piaciuto molto. Il Grande Gatsby, invece, mi ha davvero conquistata.
Il romanzo è molto breve, ma completo, sia nel significato e nel messaggio che vuole comunicare, sia nella vicenda che narra. Per evitare di raccontarvi troppo, vi lascio qui la sinossi, a cui seguirà il mio parere.

Sinossi
“Il grande Gatsby ovvero l'età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell'estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy... Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità. Proprio come andava accadendo allo stesso Fitzgerald, ex casanova ed ex alcolizzato alle prese con il mistero di un'esistenza ormai votata alla dissoluzione finale.”

Recensione
Adoro lo stile di Fitzgerald, e di questo mi ero accorta anche durante la lettura di Tenera è la notte: ciò mi ha spinto a cercare altro materiale dello stesso autore da leggere. Mentre Tenera è la notte è stata una lettura parecchio cupa (o, almeno, io l'ho percepita tale), Il Grande Gatsby lascia trasparire una certa vitalità, nonostante le tematiche particolari che tratta. Traspare la voglia dell'autore di esprimere al meglio alcuni concetti.
Il tutto viene mostrato attraverso gli occhi di Nick, che narra di Gatsby e del rapporto che ha con lui in modo sempre più appassionato. In un certo senso, questo permette al lettore (e allo scrittore stesso) di prendere le distanze dalle vicende e di vederle in modo più neutrale e obiettivo. Ma ciò, tuttavia, non rende la narrazione meno intrigante e coinvolgente.
Jay Gatsby si caratterizza come un personaggio molto misterioso, che appare come “grande”, mondano, famoso: ma la discrepanza tra l'apparenza e la realtà è incisiva, e la figura di Gatsby rivela una enorme debolezza, in una sorta di metafora che vuole evidenziare come a volte i sogni ci deludano, come una realtà idealizzata possa, in un certo senso, distruggerci.
Il romanticismo muore sotto le mani del vizio e della superficialità, e Gatsby deve presto fare i conti con la realtà: non potrà mai ottenere la sola cosa che davvero desidera. Si tratta di un personaggio affascinante, ma, al tempo stesso, molto sfortunato e fragile.

Un tocco di autobiografico dell'autore è sicuramente presente nell'opera, che esplica una profonda disillusione nei confronti della vita, della giustizia e dell'amore.

2 commenti:

  1. Ciao, ho visto il film con Di Caprio, ma non ho mai letto il romanzo, anche se mi piacerebbe farlo!

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    1. Ciao Ariel! Io il film non l'ho ancora visto, ma presto lo farò! Per quanto riguarda il libro, te lo consiglio vivamente <3

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