Essere
uno scrittore non è affatto facile. C'è da trovare il tempo,
l'ispirazione, la giusta storia e trama, i personaggi più
coinvolgenti... Ma fosse solo questo!
Vediamo
7 disagi che lo scrittore ha provato, almeno una volta nella vita!
1°
Il blocco dello scrittore
Questa
brutta bestia. E' una leggenda, o esiste davvero? Sicuramente, non è
mai come ce lo immaginiamo. Può comparire in forma netta, e resti lì
davanti ad una pagina bianca (che sia word o cartacea) a rimuginare a
morderti le labbra perché non riesci a far produrre alla tua mente
una frase di senso compiuto per il tuo racconto/romanzo che ti
piaccia un pochino. Può essere una forma più infima e silente, che
consiste in una “mancanza”: di ispirazione, di voglia, di
fiducia, di soddisfazione.
Fatto
sta che esiste, e bisogna combatterlo.
2°
Il quadernetto degli appunti
E'
un cruccio, anche se dovrebbe essere un fedele compagno: a volte non
lo si trova, si perde, oppure manca la matita. E' un fuggitivo ed un
persecutore insieme. A volte sembra che ti guardi, dal comodino, con
tutte le sue frasi, i suoi appunti, i suoi personaggi abbozzati, e ti
chieda “ehi, scrivi imbecille!”
Ci
scarabocchi sopra, ma a volte non riesci a rendere giustizia all'idea
originale, che dilemma!
Nei
momenti più impensati ti serve, e se lo trovi scrivi velocemente il
concetto che vuoi esprimere, ma non sembra mai abbastanza esaudiente.
Lo porti nei posti più impensati: al lavoro, a scuola, in facoltà,
in bagno, nel letto. Fedele compagno bastardo. E' un rapporto di odio
e amore.
3°
La scrittura al pc
Molti
scrittori (me compresa) preferiscono di certo il cartaceo. Ma ci
pensate, a scrivere un romanzo intero a mano? E pensate all'orrore di
dover ricopiare tutto al pc?
Quindi,
prima o poi, qualsiasi scrittore, anche il più restio alla
tecnologia, dovrà accettare la tastiera e incominciare a
strimpellarla come una segretaria.
Per
me, all'inizio, è stato un vero disagio! E ancora oggi, davanti a
uno schermo, la mia ispirazione tende a scemare più facilmente.
4°
Le belle idee nel bel mezzo della notte
Sei
lì nel lettuccio al caldo, la mente a briglia sciolta, i sogni che
si affacciano alla finestra dei tuoi pensieri ed ecco lì,
l'illuminazione! Idee eccellenti, che funzionano. Personaggi
fantastici. Dialoghi perfetti, emozionanti.
Ma
sei nel letto! E con il cervello mezzo addormentato non è facile
convincersi a girarsi e muovere le braccia per trovare il dannato
quadernetto degli appunti (vedi sopra), o addirittura decidere di
alzarsi dal letto per dare inizio ad una sessione ultra-notturna di
scrittura spasmodica. Che stress!
Allora
a volte si fa il sacrificio, a volte no. Sì, dai, resto a dormire
che domani devo alzarmi presto. Tanto domani ricorderò tutto. Sì,
contaci.
Il
giorno dopo sembra che sia passato un cancellino.
Ma
non preoccupatevi, scrittori. La notte migliora le idee col suo
fascino, e la maggior parte delle volte esse non sono così stupende
come sembra.
5°
La preoccupazione sull'essere un bravo scrittore
Ogni
scrittore si fa un esame di coscienza ogni tanto. Forse anche più
spesso di ogni tanto. Sarò un bravo scrittore? Come posso fare a
farmi conoscere? Chiedo a qualcuno di leggere i miei romanzi? E se
poi non gli piacciono?
E'
un vero disagio essere continamente attaccati da pensieri di questo
genere e dalla preoccupazione, che può certo aiutare a impegnarsi e
a migliorare, ma che tratta il nostro povero cervello come un mocio
strizzato di brutto.
Ma
siamo scrittori, non giardinieri, quindi ci teniamo i nostri mal di
testa professionali.
6°
Le critiche
Se
uno scrittore aspira a farsi leggere, prima o poi arrivano: critiche
positive dolci come giuggiole, che a volte sembrano false o buttate
giù senza troppo criterio, neanche le ascoltiamo perché ci
sembra che, chi non trova almeno un difetto, non sia abbastanza dotto in materia; critiche negative, direttive, che
sembrano scritte da un dittatore e che si permettono addirittura di
consigliarti cambiamenti drastici manco fosse il loro, di scritto.
Che disagio! Cambiare o non cambiare? Le critiche negative non
piacciono a nessuno!
Le
critiche costruttive? A volte vanno bene, di certo sono le preferite,
ma non esageriamo: non vogliamo essere invasi da suggerimenti che
minano il nostro pieno controllo sulla nostra opera. Dannato orgoglio
da scrittore.
Insomma,
non ce ne va bene una, di critica. (Ma servono, e ci dobbiamo
sforzare di accettarle, CHIARO?)
7°
Le domande (e le considerazioni) stupide della gente
Questo
disagio accompagna tutta la vita di uno scrittore. Sarà sempre
tempestato di domande: da parenti, da amici, ma i peggiori sono i
conoscenti che fanno finta di interessarsi alla tua vita.
Sei
uno scrittore? E quanto guadagni? Hai uno stipendio fisso?
Lavori
per qualcuno?
Che
hai pubblicato?
Ah,
da indipendente? Ma così nessuno ti leggerà...
Non
c'è niente di peggio di qualcuno che non conosce assolutamente nulla
dell'ambiente della scrittura e di come girano le cose nelle case
editrici e fuori che vuole farti la morale e insegnarti a vivere. Per
favore, pensate prima di parlare.
Sabrina
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