Buonasera
lettori, come va? Io sono super impegnata, ed è anche per questo che
mi vedete poco sul blog. Abbiate pazienza, ci saranno momenti
migliori!
Per
oggi vi propongo la top 7 di ieri, che non ho avuto tempo di
pubblicare prima. 7 stereotipi sugli scrittori!
1°
Gli scrittori sono pochi
Ma
che enorme cavolata! Molti pensano che gli scrittori siano una specie
di creature mitologiche, sempre e perennemente dietro ad un computer,
magari seduti nei bar statunitensi a cercare l'ispiazione in una
tazza di caffè americano (orribile). Ma gli scrittori sono ovunque,
e ce ne sono davvero di tutti i generi! I diurni, i notturni, i
festaioli, i solitari. Possono evidenziarsi tipi di scrittori pari
almeno ai tipi di persone che si possono incontrare per strada. E
sono tanti, molti più di quanti tu possa immaginare.
Magari
qualcuno è uno scrittore, ma neanche lo dice. Questo non vuol dire
che non lo sia.
2°
Gli scrittori sono solo quelli famosi
Ci
sono centinaia di dibattiti su questo tema: quando una persona a cui
piace scrivere può definirsi, e autodefinirsi, scrittore senza
sembrare poco modesto?
Molti
pensano che gli scrittori siano solo quelli che hanno i loro libri
esposti sugli scaffali della Feltrinelli e che possono rispondere a
mail di fans e darsi delle arie di scrittore vissuto. Sbagliatissimo.
Posso
capire perché l'andazzo sia quello, è una tendenza quasi
incondizionata quella di considerare “più scrittore” uno che di
questo lavoro ci campa, e anche comodamente.
Più
serenamente penso che la parola “scrittore” sia intesa in maniera
errata, o come minimo ambigua.
C'è
lo scrittore “lavoratore”, e c'è lo scrittore come modo di
essere. Se qualcuno mi chiede di descrivermi in base alle cose che mi
piace fare dico che mi piace leggere, e quindi sono un lettore; mi
piace cucire, ma non sono una sarta; mi piace scrivere... ma quindi
che sono? Dal punto di vista personale, sono una scrittrice. Da
quello pubblico, sono una persona a cui piace scrivere. Almeno finché
non avrò pubblicato qualcosa. Ma questo non vuol dire che gli
scrittori sono solo scrittori di best sellers.
3°
Gli scrittori sono solo noiosi letterati
Spesso
come scrittore abbiamo lo steretipo della persona anziana (o quasi)
che scrive in uno studio triste, che sa parlare solo di letteratura,
magari classica (che palle, quasi sempre), e che non dà segnali di
essere divertente nemmeno con un naso rosso da pagliaccio. Cosa
sbagliatissima.
Come
dicevo prima, ci sono milioni di modi di essere scrittore.
Nessuno,
conoscendomi, penserebbe che mi piace così tanto scrivere da voler
entrare nella “cricca” degli scrittori che pubblicano, sia anche
in self-publishing, senza mai uscire dall'uovo.
Perché
le persone che scrivono sono tante, e diverse. E' per questo che
esistono tanti generi narrativi diversi.
4°
Gli scrittori scrivono solo di sé
E'
una cosa parzialmente vera, ma lasciatemi spiegare prima di giungere
a conclusioni affrettate.
La
scrittura è, prima di tutto, un modo per lasciare vagare la mente in
altri mondi e situazioni, ma tutto ciò che si produce è frutto di
ciò che c'è nella nostra mente. Nulla si prende dal nulla, anche se
si pensa di aver creato qualcosa di totalmente originale e mai visto.
Tutto
ciò che la nostra mente prende dall'esterno lo elabora e lo riflette
nella nostra scrittura. I personaggi che creiamo hanno tutti,
indistintamente, qualcosa di noi, e questo è inevitabile. Se così
non fosse non potremmo scrivere di loro!
Per
descriverli dobbiamo comprenderli, renderli razionali e
intelleggibili.
Se
la nostra psiche fosse del tutto comandata da noi, allora potrei pure
essere d'accordo col fatto che possiamo creare personaggi e storie
indipendenti dalla nostra storia personale e dal nostro modo di
essere. Ma non è così.
Noi
creiamo personaggi simili a noi, o a persone a noi vicine. Oppure
amplifichiamo aspetti personali rendendo questi personaggi quasi
parodici perché molto caricaturiali.
Le
storie, contengono qualcosa di nostro: riflessi della nostra storia,
dei nostri pensieri e valori. E tutto ciò accade senza che noi ce ne
accorgiamo, indipendentemente dalla nostra volontà, tanto che un
buon osservatore può cogliere il modo di essere di uno scrittore
attraverso i suoi scritti, almeno un po'. Forse è anche per questo
che a volte, quando si finisce un libro, si sente quasi di conoscere
colui che l'ha scritto.
A
volte esce fuori la parte migliore, altre volte quella più oscura,
altre volte quella probita. Ma è proprio quello il bello! Questa è
l'anima di ogni creazione di uno scrittore!
5°
Gli scrittori scrivono per se stessi
Parzialmente
vero, anche è meno vero di quanto possa sembrare. Nelle interviste,
gli scrittori “famosi” spesso dicono di aver scritto la loro
opera sotto influenze quasi divine, solo per sé, di averla
conservata anni in un cassetto, fin quando un editore non li ha
trovati e portati alle vette. Sembra tanto favola, come se la
scrittura sia qualcosa di mistico e fantastico che ti fa diventare
famoso facilmente, basta che ti trovi mago Merlino e puff, da sfigato
a autografatore di copie! Ma che cavolata!
Chi
abbia un minimo di buon senso capisce che per la maggior parte delle
volte ciò non accade, e ci vuole impegno e costanza per cercare di
entrare nel mondo dell'editoria e giungere fino alle vette. Spesso
ciò non succede, spesso si resta nelle retrovie. Ma vale la pena
farsi avanti, questo è sicuro. Fatto stà che penso che ogni
scrittore dovrebbe scrivere prima di tutto per sé, e poi per un
pubblico, altrimenti che scrive a fare?
Ma
molti scrittori, specie quelli “famosi”, non scrivono più per se
stessi da anni e si fanno guidare da tecniche di marketing e da
quello che i loro editori gli impongono. Diventa un lavoro, come uno
vero: meccanico, poco piacevole.
La
scrittura non diventerà mai solo questo per me.
6°
Gli scrittori non accettano le critiche
Molti
non lo fanno, ma sono persone, ed è normale che molte persone non
accettino le critiche.
Lo
scrittore è un “professionista” che, essenzialmente, si fa da
solo. Non c'è una scuola che ti prepara a essere scrittore, anche se
esistono corsi per perfezionare la scrittura o facoltà di
letteratura. Ma non si può dire che chi non si forma in tal senso
non può diventare scrittore, perché sappiamo bene che non è così.
Quindi
lo scrittore si crea da solo, ma anche grazie agli altri
principalmente: le critiche, le opinioni, le persone che leggono la
tua opera e ti dicono cosa ne pensano. Sono loro il carburante
migliore.
Quindi
gli scrittori, quelli bravi, apprezzano le critiche. Che siano
costruttive, e fatte con criterio.
7°
Gli scrittori sono squattrinati
Questo
punto mi fa ridere, e l'ho inserito quasi solo per questo.
Chi
vuole vivere di scrittura si trova molto male, perché è quasi
impossibile, anche per gli scrittori di best sellers. A meno chè un
grande regista non ti paghi per i diritti del tuo libro per farne un
film, è davvero difficile che i soldi guadagnati dalla vendita di
libri siano sufficienti a mantenersi, o a mantenere una famiglia.
Quindi sì, gli scrittori sono squattrinati per definizione.
Ma
gli scrittori, non essendo sempre e solo “scrittori”, possono ben
contare su altri mestieri. Questo è un pregio degli scrittori, che
possono esserlo senza doverlo essere esclusivamente.
Sono
un ingegnere, ma scrivo. Sono una casalinga, ma di notte scrivo
storie d'amore. Sono un medico, ma nei momenti liberi scrivo romanzi
gialli.
Quindi
tutti possono scrivere, senza rasentare la precarietà.
Sabrina
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