Salve lettori! Non pubblico una recensione da… un secolo,
quasi. Purtroppo, sto vivendo un periodo pienissimo tra esami, tesi e
tirocinio, e non riesco più a leggere come una volta. Oggi vi propongo, però, la
doppia recensione del terzo e quarto libro della saga di Percy Jackson e gli
dei dell’Olimpo. Una saga che mi sta divertendo e svagando come poche cose
nella vita! Di certo, la sua freschezza mi aiuta a leggere anche quando ho un
periodo stressante come quello che sto vivendo! Ecco che vi lascio alle
recensioni!
La maledizione del titano
Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: La maledizione del
titano è stato molto bello, ma non bello come Il mare dei mostri, che è stato e
rimane uno dei miei preferiti in assoluto. Nonostante ciò, ho apprezzato molto
le figure delle Cacciatrici e della dea Artemide, che aprono al lettore una
possibilità e un mondo diverso a cui le semidee possono decidere di far parte.
La figura misteriosa di Zoe e la sua storia e parentela con
certi loschi individui mi ha appassionato molto ed emozionato, come mi è
piaciuta molto anche la figura terribile del titano Atlante.
La figlia di Zeus, Talia, invece, non mi ha entusiasmato
granché: forse, dalle sue descrizioni esteriori, la immaginavo diversa. Invece,
ho trovato che il suo personaggio sia stato caratterizzato ben poco e risulti
molto superficiale. Inoltre, non condivido la decisione che prende verso la fine
della storia, e credo che, anche se non dovesse più vedersi nei prossimi libri,
non sentirei molto la sua mancanza.
La battaglia del labirinto
Il capitolo intitolato La battaglia del labirinto, invece, mi
è piaciuto molto! Se la batte bene con Il mare dei mostri sul mio podio
personale dei libri della saga che preferisco. Innanzitutto, si nota subito una
marcata crescita personaggi: finalmente Percy non pensa più da bambino, inizia
a essere un ragazzo, un adolescente, con tutti i pro e i contro che questo
comporta. Inizia provare un interesse più definito nei confronti di Annabeth
che, dal canto suo, continua, anche durante questo libro, a scatenarmi sentimenti
contrastanti.
Durante la prima parte del libro, Annabeth mi è piaciuta
molto, perché ha provato ad avanzare qualche passo verso Percy, mentre si è
persa andando avanti con la narrazione, diventando nuovamente ambigua. A questo
punto, sembra quasi che non apprezzi Percy fino in fondo e che sia troppo
affezionata a legami che non hanno più ragion d’essere.
Un personaggio che ho
apprezzato particolarmente è stato quello di Rachel: è un personaggio positivo,
e non si sente inferiore agli altri nonostante lei sia una mortale. Inoltre,
mostra un interesse sincero ed esplicito nei confronti di Percy, e non mi
dispiacerebbe vederli insieme, anche a discapito di Annabeth. Bellissima anche la parte di Calipso, che mi ha fatto piangere come una bambina.
Per concludere, devo dire che il labirinto di Dedalo è stata
molto affascinante come ambientazione, e mi ha coinvolto molto.
La figura di Quintus mi è piaciuta molto, e fin da subito
risulta ambiguo e misterioso, e non senza un motivo ben preciso.
Nico Di Angelo è un altro personaggio che ho imparato ad
apprezzare col tempo, ma che durante questo libro cresce molto e si rafforza,
riconoscendo i propri errori e i propri poteri.
Anche il finale non è stato affatto male, e la comparsa di
Poseidone, in attesa della battaglia finale, è stata la ciliegina sulla torta.
Ci vediamo alla prossima recensione, quella dell’ultimo
capitolo della saga!
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