Ho
iniziato a scrivere esclusivamente per me stessa, e all'inizio non
era permesso a nessuno leggere i miei scritti. Li custodivo
gelosamente in spesse agende, che quasi nascondevo per la vergogna.
Ua
volta scritti, i miei racconti o fanfiction, li rileggevo, cogliendo
il vero piacere di leggere qualcosa che si è prodotto, che si è
creato con le proprie mani, e che vada a finire proprio come si
vuole.
Poi
i miei propositi sono cambiati: vuoi per maggiore fiducia in me
stessa, vuoi perché chi scrive, inizia comunque a maturare la voglia
di far leggere i suoi prodotti, prima o poi.
I
miei amici furono i primi, ma non sono mai stata una persona talmente
eccentrica da propinare i miei scritti a chiunque conoscessi, e chi
ha saggiato le parole scritte da me non è mai stato costretto a
farlo. Solitamente, chi era (o è) interessato a leggere qualcosa di
mio, ha dovuto chiedermi più volte di passargli i miei scritti,
prima di ottenerli.
Nonostante
adesso nutra la voglia di raggiungere altri livelli, di far leggere
le mie opere alle persone, così da trovare uno sfogo vero ai miei
fiumi di parole, cerco di non perdere mai il motivo originale per cui
scrivo: per me stessa, per esprimermi, per sentirmi meglio. Per
giocare a fare “Dio” e permettere che le cose, per una volta,
vadano esattamente come voglio io, in una sorta di ossessiva voglia
di controllare la vita, l'andamento delle cose. E quindi, le storie.
Sabrina
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