lunedì 25 settembre 2017

Il sogno di scrivere

Salve, lettori. Vi avevo detto che avrei riempito più spesso il blog di miei pensieri, di articoli “diary” o semplici monologhi che, beh, possono essere utili se la pensiamo alla stessa maniera. O anche se non la pensiamo alla stessa maniera. Questo blog vuole essere raccoglitore di un po’ di tutto, insomma. Specialmente della passione per la lettura e la scrittura. E oggi voglio parlarvi di scrittura.
Del sogno di scrivere, in particolare.
Avevo circa quattordici anni quando mi appassionai alla scrittura. La passione fu preceduta dalla mia iniziazione alla lettura, con Harry Potter e i libri della Troisi. Ma poi è scattato qualcosa.
Non so bene cosa.
Forse una molla, forse si è accesa una lampadina nella mia testa. E mi è stato subito chiaro che una delle cose che avrei voluto sempre fare nella mia vita sarebbe stato scrivere. Ne avevo la certezza. E gli anni che sono passati da allora non hanno fatto altro che rinforzare questa certezza.
Perché scrivere è la mia vita.
Sono tante cose, ho tante passioni, ma scrivere rimarrà sempre la più struggente, la più amata e odiata al tempo stesso. Perché, per scrivere, bisogna giocarsi l’anima.
Perché mi piace scrivere? Perché ci piace scrivere, in generale?
All’inizio, pensavo che fosse solo questione di fantasia. Sono sempre stata una bambina che di fantasia ne aveva fin troppa, e la usava per rispondere alle mille domande a cui non trovava risoluzione. Ma, forse, il fulcro di tutto è proprio in quelle domande. Perché per scrivere bisogna avere qualcosa da dire, ma bisogna anche avere tanti quesiti a cui trovare una risposta, proprio tramite la scrittura. Un fiume di emozioni, valori, ideali. Un modo di mostrarsi al mondo, ma, al tempo stesso, di cercare anime affini tramite la solitudine.
Peccato che scrivere sia un vizio così impegnativo, e così poco ben visto. Il mestiere di chi non viene riconosciuto.
Questa è una disperazione, una ingiustizia. Vorrei vivere solo di scrittura, ma in questo mondo più interessato all’apparenza che alla sostanza, bisogna diventare carne da macello per sperare di sopravvivere.

Forse sopravvivrò solo di sogni.

- S.

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