lunedì 9 gennaio 2017

Recensione di Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna

Titolo: Piccoli suicidi tra amici
Autore: Arto Paasilinna
Genere: Narrativa contemporanea
Casa Editrice: Iperborea

Salve lettori, benvenuti al primo articolo (serio) del 2017! Che emozione!
Inizio quest'anno con la recensione del primo libro che ho finito nel 2017, anche se l'avevo iniziato nell'anno appena finito. Si tratta di Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna, il libro del mese del gruppo di lettura di cui faccio parte (Leggendo a Bari, andate a dare un'occhiata anche alla challenge di quest'anno!).

Vi lascio alla sinossi e, di seguito, alla recensione!
“Un bel mattino Onni Rellonen, piccolo imprenditore in crisi, e il colonnello Hermanni Kemppainen, vedovo inconsolabile, decidono di suicidarsi. Il caso vuole che i due uomini scelgano lo stesso granaio per mettere fine ai loro giorni. Importunati dall'incontro fortuito, rinunciano al comune proposito e si mettono a parlare dei motivi che li hanno spinti alla tragica decisione. Pensano allora di fondare un'associazione dove gli aspiranti suicidi potranno conoscersi e discutere dei loro problemi. Pubblicano un annuncio sul giornale. Il successo non si fa attendere, le adesioni sono più di seicento. Dopo un incontro al ristorante, decidono di noleggiare un autobus e di partire insieme. Inizia così un folle viaggio attraverso la Finlandia...”
Ho iniziato la lettura con davvero molto entusiasmo e la storia mi ha preso fin da subito. Le vicende iniziali, tra il tragico e l'assurdo, mi hanno tenuto attaccata alle pagine per scoprire cosa sarebbe accaduto. L'umorismo sottile, ma tagliente, del romanzo è divertente, ma al tempo stesso amaro: vuole evidenziare come qualcosa di assurdo possa diventare banale e viceversa, considerando i dettagli.
I protagonisti prendono delle decisioni che li porteranno, ben presto, a formare un gruppo male assortito di persone con lo stesso scopo: all'interno di questo gruppo si instaurano particolari dinamiche relazionali, e capita spesso che il gruppo agisca come un solo corpo, in una prospettiva di mentalità condivisa.
Al tempo stesso, ci sono le vicende individuali che l'autore ci accompagna a conoscere: spesso rasentano l'assurdo, altre volte, invece, sono talmente reali da poterle percepire.
Il romanzo, però, perde di tono strada facendo, e diventa un po' ripetitivo e lento.
Cito la postfazione, peraltro scritta benissimo, che ritrae in maniera egregia le sensazioni che il romanzo trasmette.
Una delle cose più belle dei romanzi di Paasilinna è che dopo il tumulto, il fragore e le spericolate rincorse tutto si dissolve delicatamente, come una risata di cui resta solo il gioioso ricordo, nell'acqua increspata d'un lago, nel vento della sera, nell'odore di foraggio appena tagliato”. (Diego Marani, postfazione).
Si tratta di un bel romanzo, che porta a una riflessione ma anche a una risata. Cerca di aprire lo sguardo del lettore verso punti di vista diversi, e lo fa anche nei confronti di lettori non finlandesi e che, appunto, non capiscono fino in fondo la mentalità dei protagonisti, che sono tali anche come cittadini della Finlandia.
In fin dei conti, anche se il libro perde il suo guizzo di vitalità in più punti, è una lettura che rifarei e che consiglio, con un finale soddisfacente.


Per oggi, la recensione è finita. Se vi è piaciuta, diventate lettori fissi del blog! A presto!

Nessun commento:

Posta un commento