Titolo: Espiazione
Autore: Ian McEwan
Buonasera
lettori! No, tranquilli, non sono sparita! Sono stata molto impegnata
con un esame particolarmente rognoso, ma eccomi di ritorno dai
meandri dei libri universitari, almeno per un po'. Eccoci a una nuova
recensione (e oserei dire, finalmente)! Il libro in questione è
Espiazione, di Ian McEwan.
Trovo
difficoltoso scrivere questa recensione, anche dopo parecchi giorni
dal termine della lettura, perché si tratta di un romanzo che mi ha
colpito molto e per cui ho sofferto come con pochi. Il tema
dell'ingiustizia e della colpa è trattato in maniera così viscerale
da lasciarmi un senso di amarezza persistente.
La
lettura mi ha indotto emozioni contrastanti: sono passata da attimi
di sorpresa e semplicità data da piccole scoperte sulla quotidianità
e la sua bellezza, a stati di pura negazione e rifiuto delle verità
scomode e terribilmente ingiuste mostrate nelle vicende dei
protagonisti.
Le
vicende sono ambientate nel '35 e si snocciolano attorno a Briony,
una bambina di tredici anni con la passione per le storie e la
scrittura. Briony ha costruito, attorno a sé, un mondo perfetto,
sfondo delle sue fantasie e teatro delle storie che ama scrivere.
La
protagonista è solo una bambina quando si ritrova a essere la
testimone involontaria di un crimine inaspettato. Le circostanze, i
suoi pensieri e gli antecedenti che aveva vissuto la inducono a
puntare il dito senza essere sicura di ciò che ha davvero visto. Da
allora in poi Briony continua ad affermare di aver effettivamente
visto il colpevole, quando in realtà sta solo costruendo le basi
attorno a ciò che ha detto, cercando di rimanere coerente nel timore
di non venir creduta e di essere screditata come persona.
Briony
è vittima di sé stessa, della sua ingenuità, della sua mente
fantasiosa, ma principalmente, delle scoperte involontarie sui
sentimenti e i gesti di Cecilia e Robbie, sua sorella e il figlio
della serva della famiglia.
Non
mi dilungherò ancora sulla trama, anche perché sono pessima nei
riassunti.
Il
resto del romanzo è una continua, appunto, espiazione dei vari
personaggi e di Briony stessa. L'epilogo amaro mi ha portato via un
pezzo di cuore e fatto piangere come non mi accadeva da tanto tempo.
Che
dire su questo romanzo? La scrittura è scorrevole e molto piacevole,
carica di quelle piccole rivelazioni sulla quotidianità che
risuonano come piccole perle di saggezza. I personaggi sono ben
delineati, e solo alcuni sono lasciati solo abbozzati (come il padre
di Briony, il signor Marshall e gli Hardman). I vari protagonisti mi
hanno ispirato sensazioni contrastanti, specialmente Briony:
all'inizio mi ha ispirato simpatia, poi puro odio, poi qualcosa di
più simile alla pena.
Arrivata
più o meno alla metà del romanzo, la lettura si è fatta più
lenta, per poi riprendere più spedita quando il focus ritorna ad
essere Briony e la sua personale espiazione.
Il
messaggio che questo libro trasmette non è dei migliori, per quanto
trasudi significato e esalti la potenza dell'amore. Nell'epilogo, è
un po' come se affermasse che, comunque, non è abbastanza.
A
decidere realmente la sorte dei protagonisti, a dispetto
dell'illusione di poter avere il comando diretto sulla propria vita,
è invece la guerra, incurante delle vicende, della giustizia,
dell'amore.
La
guerra spazza via ogni cosa.
Il
messaggio che arriva è di delusione e arrendevolezza nei confronti
della vita, e forse è proprio per questo che ho valutato questo
libro con quattro, invece che cinque stelline, per quanto sia ben
scritto ed emozionante. Il messaggio di mancata speranza mi ha
spezzato il cuore.
Non
è un libro che consiglio a cuor leggero, ma mi rendo conto che vale
davvero la pena leggerlo. Permette una riflessione su vari aspetti
della vita, della guerra, dell'amore e della morte.
Nessun commento:
Posta un commento