giovedì 11 febbraio 2016

Recensione di Espiazione di Ian McEwan

Titolo: Espiazione
Autore: Ian McEwan

Buonasera lettori! No, tranquilli, non sono sparita! Sono stata molto impegnata con un esame particolarmente rognoso, ma eccomi di ritorno dai meandri dei libri universitari, almeno per un po'. Eccoci a una nuova recensione (e oserei dire, finalmente)! Il libro in questione è Espiazione, di Ian McEwan.
Trovo difficoltoso scrivere questa recensione, anche dopo parecchi giorni dal termine della lettura, perché si tratta di un romanzo che mi ha colpito molto e per cui ho sofferto come con pochi. Il tema dell'ingiustizia e della colpa è trattato in maniera così viscerale da lasciarmi un senso di amarezza persistente.

La lettura mi ha indotto emozioni contrastanti: sono passata da attimi di sorpresa e semplicità data da piccole scoperte sulla quotidianità e la sua bellezza, a stati di pura negazione e rifiuto delle verità scomode e terribilmente ingiuste mostrate nelle vicende dei protagonisti.
Le vicende sono ambientate nel '35 e si snocciolano attorno a Briony, una bambina di tredici anni con la passione per le storie e la scrittura. Briony ha costruito, attorno a sé, un mondo perfetto, sfondo delle sue fantasie e teatro delle storie che ama scrivere.
La protagonista è solo una bambina quando si ritrova a essere la testimone involontaria di un crimine inaspettato. Le circostanze, i suoi pensieri e gli antecedenti che aveva vissuto la inducono a puntare il dito senza essere sicura di ciò che ha davvero visto. Da allora in poi Briony continua ad affermare di aver effettivamente visto il colpevole, quando in realtà sta solo costruendo le basi attorno a ciò che ha detto, cercando di rimanere coerente nel timore di non venir creduta e di essere screditata come persona.
Briony è vittima di sé stessa, della sua ingenuità, della sua mente fantasiosa, ma principalmente, delle scoperte involontarie sui sentimenti e i gesti di Cecilia e Robbie, sua sorella e il figlio della serva della famiglia.
Non mi dilungherò ancora sulla trama, anche perché sono pessima nei riassunti.
Il resto del romanzo è una continua, appunto, espiazione dei vari personaggi e di Briony stessa. L'epilogo amaro mi ha portato via un pezzo di cuore e fatto piangere come non mi accadeva da tanto tempo.
Che dire su questo romanzo? La scrittura è scorrevole e molto piacevole, carica di quelle piccole rivelazioni sulla quotidianità che risuonano come piccole perle di saggezza. I personaggi sono ben delineati, e solo alcuni sono lasciati solo abbozzati (come il padre di Briony, il signor Marshall e gli Hardman). I vari protagonisti mi hanno ispirato sensazioni contrastanti, specialmente Briony: all'inizio mi ha ispirato simpatia, poi puro odio, poi qualcosa di più simile alla pena.
Arrivata più o meno alla metà del romanzo, la lettura si è fatta più lenta, per poi riprendere più spedita quando il focus ritorna ad essere Briony e la sua personale espiazione.
Il messaggio che questo libro trasmette non è dei migliori, per quanto trasudi significato e esalti la potenza dell'amore. Nell'epilogo, è un po' come se affermasse che, comunque, non è abbastanza.
A decidere realmente la sorte dei protagonisti, a dispetto dell'illusione di poter avere il comando diretto sulla propria vita, è invece la guerra, incurante delle vicende, della giustizia, dell'amore.
La guerra spazza via ogni cosa.
Il messaggio che arriva è di delusione e arrendevolezza nei confronti della vita, e forse è proprio per questo che ho valutato questo libro con quattro, invece che cinque stelline, per quanto sia ben scritto ed emozionante. Il messaggio di mancata speranza mi ha spezzato il cuore.

Non è un libro che consiglio a cuor leggero, ma mi rendo conto che vale davvero la pena leggerlo. Permette una riflessione su vari aspetti della vita, della guerra, dell'amore e della morte.

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