Titolo: Dentro il Bianco
Autore: Sonia Bucciarelli
Genere: Thriller
Casa Editrice: Masciulli Edizioni
Quando non si sa che strada
prendere, può accadere che sia la vita stessa a indicarcene una. È quello che
accade a Claudia De Angelis quando in un momento confuso della sua esistenza,
riceve una richiesta d’aiuto da parte di una sua cara amica. Non esita a
prendere un volo e a raggiungerla ad Oxford.
Il compagno di Gaye è stato
trovato morto nel fiume che attraversa la città inglese e lei è convinta che le
indagini della polizia siano superficiali e seguano una pista errata. L’unica
alla quale non esita di esternare i suoi dubbi è Claudia che è anche ispettrice
di polizia. In Inghilterra, Claudia arriva alle stesse considerazioni e decide
di cercare la verità. Tra ricettatori, luoghi misteriosi e pericoli si snoda
quella che diventa una corsa contro il tempo. C’è in gioco, non solo la ricerca
di un colpevole ma la salvezza di vite innocenti.
Dentro il bianco si sviluppa come
un thriller in cui quella che potrebbe essere l’ultima avventura di Claudia si
rivela un continuo gioco al rilancio scandito dal ritmo lento delle nevicate e
quello cadenzato dei momenti di suspance.
Sonia Bucciarelli è nata a
Guardiagrele (CH) il 7/4/1985. Conseguita la maturità Classica, durante gli
studi universitari è vissuta a Urbino e Pesaro, posti che hanno ispirato il
romanzo d’esordio Scomparsi a Urbino (Tabula Fati_2008) e Oltre gli occhi (Acar
Edizioni_2014). Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione e la
specialistica in Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni, ha deciso di
partire da sola per l’Inghilterra e frequentare un corso d’inglese a Oxford. È
stata quest’ennesima città che l’ha accolta a darle l’ispirazione per il terzo
romanzo Dentro il bianco (Masciulli Edizioni_2018).
ESTRATTO DA PAG. 15 - CAP. 1
Sospesa
Sospesa
Bianco era il mondo tutto
intorno, bianco si riconosceva il cuore nell’ascoltare i propri battiti, bianco
appariva il pensiero sul futuro.
Bianco, colore dell’assenza,
della sosta, della sospensione.
La lentezza con cui tetti e
strade si ricoprivano di soffice neve era la stessa con cui svanivano i
pensieri nell’anima sbiadita.
Il silenzio prepotente, dominava
ogni spazio e metteva in rilievo l’importanza delle piccole e scontate entità
di un mondo vissuto troppo in fretta.
Il bianco ferma. Per forza.
I fiocchi di neve erano scesi per
tutta la notte, adagiandosi con dolcezza l’uno sull’altro, fino a creare una
soffice coltre di mezzo metro. Le forme tondeggianti in risalto erano
abbracciate dal freddo. È così che comparivano alla vista del panorama: il
campanile, le chiome degli alberi, la linea dei rami, la curva delle panchine,
il percorso del fiume gelido e nascosto tra i cespugli sommersi dai cristalli
di neve.
Il bianco aveva sommerso ogni
cosa e nello stesso tempo riportato alla luce la semplicità del mondo fuori.
Il bianco aveva chiuso le persone
in casa, cullate dal silenzio e dal buio.
Un black out aveva lasciato la
città senza elettricità e al mattino qualche zona era ancora senza corrente.
La moka era sul gas, l’aveva
portata da casa perché senza del buon caffè italiano non ce l’avrebbe fatta. La
donna aveva appena finito di mordere una fetta di pane tostato insaporita da
burro e marmellata e, raccolta in una coperta blu di pile che teneva sulle
spalle, fissava la candela sul tavolo, consumata e spenta, giunta anch’essa al
limite.
Il bianco azzera.
Bianca era la cera.
Davanti alla finestra, posando la
mano sul vetro appannato, finì per scoprire la sorpresa di quell’inizio di
giornata. D’istinto la spalancò, con un sorriso sulle labbra si affacciò mentre
fiocchi bianchi cadevano sul suo viso sferzato dall’aria gelida.
Bianca era l’anima di chi aveva
cancellato ogni ricordo, annullato ogni sensazione e non aveva più occhi da
posare sul passato né sul futuro.
Bianco come atarassia.
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