Titolo: Omicidi in si minore
Autore: Davide Bottiglieri
Genere: Thriller
Casa Editrice: Les Flaneurs Edizioni
Salve lettori! Per iniziare al meglio la settimana, vi lascio
alla segnalazione di Omicidi in sì minore di Davide Bottiglieri! Eccovi la
sinossi e un breve estratto!
Cluj, dicembre 1780. In una fredda e sinistra giornata
d’inverno, piazza Unirii è stracolma per assistere all’ennesimo spettacolo
di morte. Ad alzare il sipario su questa nuova esecuzione, è stato il neo
ispettore Ljudevit Alecsandri, il cui nome è sulla bocca di tutti i cittadini
per le vicende che l’hanno visto protagonista nei mesi precedenti a quel
momento. La vita apparentemente tranquilla di un remoto paese della
Transilvania sta per conoscere terribili vicende. Le sue vie e le sue genti,
intrise di superstizione e mistero, saranno invase da un’ombra oscura che porta
con sé una scia di paura e morte. Sarà il giovane ispettore a dover far fronte
a questa situazione che, però, nasconde una terribile minaccia: riuscirà il suo
lato oscuro, quel secondo Ljudevit Alecsandri, a non riemergere ed essere
associato lui stesso al demone che abita Cluj?
Davide Bottiglieri ( Salerno, 1992 ). Nel 2015 pubblica con
Les Flaneurs Edizioni, attraverso pseudonimo, una raccolta di racconti fantasy
per ragazzi dal titolo Le Cronache di Teseo. È vincitore del Premio
Letteratura Italiana Contemporanea 2014 e del Premio Paulon 2016 ( Sezione
Giovani del Premio Letterario Internazionale "Un Solo Mondo" 2016 ).
Il suo romanzo d'esordio Omicidi in si minore, presentato con altro
titolo, si qualifica finalista al concorso Lampi di Giallo 2016. Nello
stesso anno gli viene affidata la gestione della rubrica letteraria del web
magazine "L'Espressione".
Estratto
Cluj, 6 dicembre 1780
La parte del viso illuminata dalla luce della candela
rivelava un ragazzo attraente, giovane, in forze. La parte in penombra
apparteneva a un altro corpo: sfigurato, malconcio, stanco… colpevole. Il viso
di un uomo distrutto. Non potendo sostenere oltre quella vista, Ljudevit si
sciacquò nuovamente. Lo fece ancora. E ancora. Ogni volta con maggiore foga,
come se volesse lavare via dal suo volto quell’uomo che non era, quell’intruso,
quell’estraneo che a poco a poco gli stava logorando l’anima. Alzò lo sguardo
solo quando riuscì a trovare il coraggio di cercare, all’interno del suo viso,
ancora tracce di quella maschera e raggelò come la prima volta, appena la vide.
Eppure lo sapeva… sapeva di trovarla. Lo sapeva in quell’istante e ogni mattina
prima di uscire, lo sapeva la sera prima di fare il bagno. Lui sapeva di
trovarla sempre lì, trionfante nella sua tristezza, vittoriosa del fatto che
giorno dopo giorno, si stesse impadronendo di lui. Con le mani, più che mai
tremanti, cercò a tentoni l’asciugamano che afferrò con veemenza e portò al
viso. Voltò le spalle allo specchio, sicuro che la persona dentro di esso non avesse
compiuto il suo stesso movimento, ma che fosse ancora lì, beffardo, ad
aspettarlo. Sospirò con forza e le sue mani cessarono di tremare.
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