Quando
ero piccola, ero terrorizzata dal buio e dalla notte: per me, dover
passare anche pochi minuti, sola, di notte, nel mio letto, quando non
riuscivo a dormire, era qualcosa di più di un incubo.
Subito
si materializzavano nella mia testa visioni mostruose, un’ombra
diveniva una mano allungata verso di me, un soffio di vento diveniva
un respiro fatale, un brivido il tocco gelido di dita invisibili.
E
allora tiravo le coperte fin sotto agli occhi e li tenevo stretti
stretti ascoltando attentamente ogni fruscio, ogni minimo rumore.
Quanto
ero facilmente impressionabile!
Quando
poi correvo tra le braccia di mia madre le chiedevo come facesse a
non avere paura, cosa la assicurasse che di notte, nel buio, non
accadessero cose orribili, non si rivelassero mostri, fantasmi,
assassini e quant’altro.
Nell’immaginario
di una bambina molte cose sono possibili: babbo natale esiste, le
fatine sono piccole e brillanti, i giocattoli sono vivi ma non si
fanno vedere dai loro proprietari mentre si muovono.
Perché,
allora, non si dovrebbe credere ai mostri o ai fantasmi?
E
allora mia madre mi diceva semplicemente che, se roba simile fosse
esistita, l’avremmo già vista altre volte. E che di notte in notte
sarebbe comparsa e ci avrebbe fatto del male.
Ma
se non era comparsa fino ad allora, forse non voleva proprio dire che
non esisteva?
E’
un ragionamento molto semplice, e magari anche poco soddisfacente.
Ma
per una bambina di 7 anni era più che sufficiente.
Chissà
quante altre notti insonni mi ha risparmiato questa semplice e
piccola consolazione…
Sabrina
Nessun commento:
Posta un commento