Titolo: Abbiamo sempre vissuto nel castello
Salve lettori! Come va? A me tutto bene, anche perché ho
appena finito un libro che mi è piaciuto moltissimo. Si tratta di Abbiamo sempre
vissuto nel castello di Shirley Jackson, che ho letto perché è stato il libro
scelto come lettura del mese del gruppo di lettura Leggendo a Bari di cui
faccio parte. Avevo molto sentito parlare di questo libro, e anche molto bene,
e volevo davvero leggerlo, soprattutto perché ho scoperto, da pochi mesi a
questa parte, di amare le saghe familiari (Cazalet docet). Questo libro,
infatti, narra di una famiglia e delle sue dinamiche, ed è stata una lettura
inquietante e strana, ma anche e soprattutto molto interessante.
La protagonista di questo libro è Mary Katherine, anche detta Merricat, una ragazza
che vive in una grande casa con sua sorella e suo zio. Loro tre sono i soli
sopravvissuti alla tragedia che ha travolto la loro famiglia, rimasta
avvelenata durante un pasto.
Queste sono le uniche informazioni che abbiamo all’inizio, e il
romanzo è un lento srotolare di informazioni e delle dinamiche che svelano cosa
è realmente successo, come e perché. Le vicende si stringono attorno alle due
sorelle, rimaste quasi completamente sole in una città dove la loro famiglia è
odiata e ancor più demonizzata a causa della tragedia che l'ha investita. Lo
zio, l’unico adulto maschio rimasto in vita, è costretto sulla sedia a rotelle, per sempre
infortunato a causa dell’avvelenamento.
Ed è così che le due ragazze si chiudono sempre più in loro
stesse: la casa è roccaforte, unico porto sicuro, fortezza che lascia il mondo,
crudele, corruttore, fuori. La fobia sociale, la voglia di vivere in un mondo tutto
loro è palpabile, a volte anche esplicitata a parole: nonostante le due sorelle
parlino molto, ciò che è importante è il non detto. Ma il mondo là fuori non
può essere a lungo ignorato: esso tenterà di intromettersi, d’irrompere nella tranquilla,
quanto morbosa e malsana clausura che le due ragazze si autoimpongono.
Il romanzo è delicato nel raccontare dinamiche
familiari malate. La lettura è scorrevole, e anche se procede lentamente e se
si srotola in modo placido, è interessante ed emozionante. È bello notare come
le emozioni, gli affetti e le relazioni emergano pian piano, mostrando sia il
buono che il torbido. Peculiari sono, soprattutto, le psicologie delle due sorelle,
tra cui vi è la protagonista. Sono estremamente complesse, e il lettore è fin
da subito cosciente che vi è qualcosa che non va, che le due sperimentano
pensieri ed emozioni in qualche modo malsani. Ma essi sono causa o conseguenza
dei terribili eventi di cui le due ragazze sono state protagoniste?
Non posso dirvi molto altro senza spoilerarvi qualcosa. Si
tratta di un romanzo raffinato, molto scorrevole e non troppo lungo. Di certo una
lettura che fa riflettere, che intrattiene e che smuove qualcosa dentro, nel
profondo. Consigliato!
Alla prossima!
Ho in lista desideri questa versione da parecchio tempo, l'ho letto una volta in prestito ed è un libro che mi è piaciuto molto ed è vero, le protagoniste sono molto complesse
RispondiEliminaConcordo, e io amo la psicologia dei personaggi!
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