martedì 19 dicembre 2017

7 cose che ho capito scrivendo un romanzo (una trilogia) fantasy – Writing’s Dream #1

Salve lettori e, soprattutto, scrittori e aspiranti tali!
Oltre a essere una lettrice appassionata, adoro scrivere, e mi sono accorta di non aver pubblicato articoli sulla scrittura da un bel po’ di tempo. Mi sembra un vero peccato! Vorrei tenervi più al corrente dei miei progetti di scrittura, di ciò che faccio per “crescere” e sviluppare meglio le mie capacità e le mie esperienze di stesura, revisione, editing, presentazione alle case editrici e altro. Aspettatevi, quindi, novità in merito e, soprattutto, scrivetemi nei commenti se anche voi amate scrivere e cosa fate per migliorare, come e quando scrivete e di cosa!
Prima di elencarvi i punti di questa piccola classifica, ci vuole un po’ di contesto. È giusto raccontarvi com’è nata la storia, puramente fantasy, che si è poi trasformata nella mia trilogia: ho scritto i primi due romanzi, un racconto di congiunzione tra secondo e terzo, e sto sviluppando l’ultimo romanzo. È da gennaio che invio il primo scritto in giro per case editrici, e finora non ho ricevuto proposte (almeno non senza richiesta di contributo…), ma sono ancora in attesa di molte risposte, avendo continuato a mandare il romanzo fino all’inizio di questo dicembre.
La storia, che tratta di streghe e maghi, ambientata in un mondo fittizio, non è nata come un romanzo, ma come un racconto che dovevo scrivere per un concorso, che aveva come tema le streghe. Dopo la stesura del racconto, mi accorsi che non riuscivo a farlo corrispondere ai canoni e alle regole del concorso, e non lo mandai più, ma molti conoscenti che l’avevano letto mi chiesero se ci sarebbe stata una continuazione della storia. È da lì che ho cominciato a pensarci, e tutto ha preso poi il sopravvento!
Ecco cosa ho capito in questi 2-3 anni (non ricordo bene quando è nata la storia, ma ho scritto a intermittenza per molto tempo) di stesura della mia trilogia (ancora non finita!).


Una delle cose più importanti è creare un mondo credibile
La mia storia, essendo nata come un racconto, non aveva un’ambientazione ben strutturata. Non serviva che creassi il modo, gli usi e costumi, la storia delle popolazioni, non vi erano antefatti. Ma, man mano che sono andata avanti con la stesura, continuando il racconto iniziale, mi sono accorta che scrivevo un po’ “sul nulla”, che non vi erano basi. La trama poteva anche essere interessante, ma mancava un fondamento di conoscenze e un passato dei personaggi e delle ambientazioni che desse senso a molto di ciò che succedeva nel romanzo. È iniziata, allora, una difficilissima fase. La creazione del mondo, della “mitologia”, degli usi e costumi e del passato dei personaggi non è stata particolarmente faticosa. Ma la fase d’integrazione di tali conoscenze nelle parti di romanzo già scritto è stata un’altra storia.
È molto difficile integrare la scrittura, specie quando ci sono informazioni importanti che bisogna sparpagliare per la narrazione, cercando di evitare parti di infodump, o che la narrazione diventi troppo pesante o “anticipatoria” di ciò che succederà dopo.
Consiglio
Se state scrivendo un vostro romanzo fantasy, o anche di altri generi, inquadrate per bene l’ambientazione e il passato dei personaggi. Fatelo prima possibile, meglio ancora se prima ancora di incominciare a scrivere il romanzo!

La trama ha importanza, ma il modo in cui si raccontano le cose è fondamentale
Non c’è bisogno neanche di dirlo, la maggior parte delle trame sono già state scritte. Possiamo rimescolare in un calderone da cui altri hanno già attinto, ma scrivere qualcosa di completamente originale è a parer mio impossibile. Abbiamo anni e anni passati di letteratura e grandi scrittori che ci hanno preceduto!
Ma questo non vuol dire che non valga la pena scrivere, che non possano ancora essere scritte storie bellissime! Non bisogna abbandonare i propri sogni, ma bisogna sempre migliorarsi ed essere realisti.
È di fondamentale importanza scrivere regolarmente, leggere tanto e, se possibile, “studiare” la scrittura da manuali o tramite corsi, appunto perché ciò che fa la differenza è il “come” viene scritta una storia.
Importante è la pratica, la tecnica, lo stile, i dettagli. Fanno davvero la differenza.
Consiglio
Leggete tanto, specie libri del genere di cui volete scrivere, sia per apprendere sia per evitare di scrivere qualcosa di già visto. Consultate e studiate manuali di scrittura e scrivete, scrivete, scrivete!

Scrivere una parte di malavoglia equivale ad annoiare il lettore
Ci sono vari tipi di trame, come ci sono vari tipi di scrittori. Ma a tutti gli scrittori o aspiranti tali sarà capitato di dover scrivere parti di romanzo iniziali, o preparatorie di eventi più importanti, che risultano lente e noiose persino mentre le si scrive. Beh, sapete che vi dico? Eliminatele!
Piuttosto che scriverle annoiandovi, non scrivetele proprio, o cambiatele per renderle interessanti. Fatevi venire in mente qualcosa. Una cosa è certa: se vi annoiate a scrivere, il lettore si annoierà a leggere.
Consiglio
Scrivete, se possibile, solo ciò che vi piace e con entusiasmo. In generale, scrivete come e ciò che vorreste leggere.

Non è bene iniziare a scrivere fantasy da una trilogia
Questo l’ho provato sulla mia pelle, letteralmente. La mia storia si era così dipanata nella mia testa che ho pensato in grande, non mi bastava scrivere un libro, ma ne volevo tre per sviluppare bene la trama. E ci può anche stare, per carità. Amo le saghe e le trilogie in particolare, perché non sono ne troppo lunghe ne troppo corte. Ma iniziare a scrivere da una trilogia… è come minimo molto impegnativo
Contando che odio lasciare in sospeso qualcosa, non sono tipo da “scrivo il primo e poi vediamo”, e ho voluto scriverli in sequenza. La mia fervida immaginazione, nel frattempo, ha partorito trame da riempirne un castello… ma non ho potuto dedicarmici perché impelagata con questa trilogia che, per quanto adori, ogni tanto mi spinge al bisogno di distrarmi.
Per non contare della mole di informazioni da tenere conto mentre si scrive, di cose che si possono omettere per sbaglio o dimenticare. Avrò riletto il primo romanzo almeno venti volte, e lo rileggerò almeno altrettante volte prima di aver finito tutto. Quando progettate una storia, tenete questo a mente.
Per iniziare, sarebbe meglio scrivere un autoconclusivo, così da non perdere controllo di tutti i personaggi ed elementi della trama. Di sequels, magari che si discostino dalla trama principale, ma che coinvolgano gli stessi personaggi, se ne possono sempre scrivere. Se ce la si sente.
Consiglio
Iniziate a scrivere da un romanzo autoconclusivo per riuscire a mantenere il controllo sul proprio lavoro e sulla propria storia.

Il titolo è probabilmente uno dei aspetti più difficili da definire
Ancora oggi mi chiedo se il titolo che ho scelto sia adatto. Bisogna considerare tante cose, quando si pensa al titolo da dare alla propria opera: a cosa si vuole trasmettere, a che impressione si vuole dare del libro, a cosa ci si aspetterebbe da un titolo del genere. E, al tempo stesso, bisogna cercare di dare meno suggerimenti possibili sulla trama, evitare, appunto, di fare involontari spoilers. Ma deve anche avere un significato!
Insomma, è veramente una sfida, assieme alla scelta della copertina, perché entrambe le cose sono il biglietto da visita del proprio lavoro. È solo tramite questi due elementi che il lettore verrà a conoscenza del romanzo e deciderà se comprarlo o meno. È vero, vi è anche la trama sul retro della copertina. Ma conosciamo tutti quanto sia importante l’impressione che si dà di un libro: il lettore va conquistato a tutto tondo, non bisogna aspettare che comprenda a pieno, ma bisogna sedurlo attraverso gli elementi più semplici. Se un titolo non cattura, e una copertina non attira, si è già sulla cattiva strana.
Consiglio
Curate particolarmente la scelta del titolo, cercando di rendere l’atmosfera e il contenuto del libro, ed evitando di fare spoilers.

Lo sviluppo della trama e dei personaggi va di pari passo con il nostro sviluppo e miglioramento
Questo aspetto non viene spesso considerato. Quando iniziamo a scrivere un libro non teniamo conto di quanto tempo ci porterà via (potremmo esserci imbarcati in un’avventura lunga anni!), e di quanto cambieremo durante questo lasso di tempo. La storia, il modo di scrivere, persino la trama e il finale deciso potranno cambiare con noi. Questo accade, essenzialmente, perché la scrittura è frutto diretto della nostra psiche e creatività, e noi siamo sempre in cambiamento, sviluppo, spesso miglioramento.
Scrivendo, mi sono resa conto di quanto la mia scrittura sia cambiata dall’inizio della saga. Il secondo libro della mia saga è molto più bello del primo, e i personaggi cambiano e crescono. L’hanno fatto insieme a me!
Questo è un aspetto bello, ma anche pericoloso. Bisogna cercare di rendere un libro, e ancor di più una saga, un contenuto organico, che abbia una continuità, continuando a lavorare anche sull’inizio, almeno finché non vi è una pubblicazione e tutto rimane fissato.
Consiglio
Controllate e fate caso al vostro sviluppo e alla vostra crescita come scrittori e come questo influisca sulla stesura del romanzo e sulla trama e cercate di rendere la continuità.

Per quanto possa rileggere e correggere il tuo scritto, non ne sarai mai completamente soddisfatto
Questa è un’amara consapevolezza, dettata dal modo stesso in cui noi umani “funzioniamo” e al fatto che la scrittura di un romanzo o di una saga sia un processo lungo e tortuoso. Rileggere il proprio romanzo subito dopo aver terminato la scrittura o rileggerlo dopo un mese, due, o un anno, è molto diverso. Noterete errori, imprecisioni, ma anche ciò che vi piace. Ciò che funziona, ciò che va ricollegato ad altro. Questo perché nel frattempo avete fatto “più esperienza” e perché riuscite a vedere il vostro romanzo con occhio più critico.
Si rischia di rimanere invischiati in un circolo vizioso di rilettura e modifica continuo. Va bene rileggere e correggere. Una, due, dieci volte. Ma bisogna anche rendersi conto di quando è il momento di fermarsi, e lasciare che il romanzo trovi la sua via. Possibilmente per una pubblicazione. Se non riuscite a riconoscere quel momento, forse non avete scritto il romanzo giusto, e in tal caso non vi soddisferà mai.
Ho scritto un romanzo a diciotto anni, e ormai mi sembra un “vecchio dinosauro”. È uno di quei casi. Non era il romanzo giusto, o almeno, non lo è più, perché per funzionare e per rendermi soddisfatta andrebbe completamente riscritto.
Consiglio
Rileggete e correggete più volte, ma sappiate riconoscere anche il momento in cui il romanzo deve prendere la propria via.

Spero che questi punti, che ho appreso con l’esperienza, vi saranno utili! Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi farebbe piacere che scrivessi altri articoli simili!
A presto!

Sabrina

Nessun commento:

Posta un commento