Titolo: Umani aperti
Autore: Gaspare Burgio
Genere: horror
Oggi
vi propongo la recensione di “Umani aperti”, raccolta di racconti
di Gaspare Burgio, autore indie che seguo da un po' di tempo. Il suo
blog, che vi linko, è pieno di articoli interessanti e di certo i
suoi punti di vista sono sempre originali e ricercati. Ho anche letto
la sua raccolta di racconti “Il teatro degli anonimi” che ho
apprezzato molto, anche se non ho recensito.
Oggi,
però, vi parlo della sua raccolta più horror, che non vedevo l'ora
di leggere, a dir la verità. Dopo aver letto la sua prima opera, ero
impaziente di leggere qualcos'altro dello stesso autore: Gaspare
scrive molto bene e rende al meglio sia le descrizioni che le
emozioni, nonostante le tratti in maniera talmente delicata che, più
che descriverle, le induce nel lettore senza che se ne accorga.
Ma iniziamo dal principio. Innanzitutto, bisogna dire che questa è una raccolta di sei novelle di lunghezza variabile. Il tema dovrebbe essere l'orrore, la paura, il raccapriccio.
Ma iniziamo dal principio. Innanzitutto, bisogna dire che questa è una raccolta di sei novelle di lunghezza variabile. Il tema dovrebbe essere l'orrore, la paura, il raccapriccio.
Ma
i racconti sono tutt'altro che banali, diversi da ciò che ci si
aspetterebbe.
Gaspare
Burgio, infatti, prende le paure più recondite dell'essere umano,
quelle incoffessabili, che rasentano la pazzia, e le trasforma in
qualcosa di vero e palpabile, andando oltre il paradosso e le logiche
razionali.
Non
fa paura il mostro, l'assassino assetato di sangue; si va più a
fondo, nel demone dentro di noi e insito nell'istinto umano. Si pesca
negli incubi più oscuri.
Per
la prima volta nella mia vita, ho davvero provato paura leggendo un
libro; ho provato raccapriccio, ansia, un soffio di disperazione.
Perché questi racconti descrivono uno scenario di inspiegabile
orrore, perché è l'irrazionale che fa paura, non il brutto; è
l'umano stesso che può provocare la sua disfatta, ed è ciò che c'è
dentro di noi, che può fare davvero paura.
Le
varie novelle sono scritte benissimo, con cura e lo stile di Gaspare
è scorrevole, ti rapisce e stupisce e al tempo stesso ti fa
ragionare e immaginare scenari che tormenteranno le tue notti.
Dei
sei racconti, il mio preferito è “Mutazione di un elemento
convenzionale”, ma è riduttivo dire che solo questo racconto mi è
piaciuto. Questo, assieme a “Revisione del concetto di amore” e
“Danza Macabra” sono delle piccole opere d'arte.
Tutti
i racconti hanno un loro perché, introspettivi e scrutatori della
psiche e dell'animo umano.
Consiglio
vivamente questa raccolta a chiunque. Ma attenti, non è per stomaci
delicati.
Nessun commento:
Posta un commento